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Recensioni BLACK BLOOD BOOM



ROCKIT

Dov’è che eravamo rimasti? Gli (AllMyFriendzAre) DEAD riprendono pari pari quel discorso che nel precedente “Hellcome” rimaneva ancora abbozzato, se vogliamo imberbe. In sostanza, il blues, il garage, le urla del demonio, suonate da cinque reggini che sembrano vengano fuori da qualche buco nero della provincia a stelle e strisce. Tutto scritto, fatto e registrato come dio (o più propriamente la sua metà intollerante) comanda. Undici tracce che trasudano spirito e fotta, dritte, con la volata tirata a fiato corto.

La prima tripletta è fulminante. C’è il blues, come si diceva, da cui parte tutto, declinato nella sua versione rock’n’roll. “We Kill X” è sudicia, puzza di marcio e bettole in riva al mare; “Donnie B Good”, primo singolo, trainato da un video bomba, è la migliore del lotto: le chitarre cattive, la ritmica affilata, la voce che fa avanti e indietro tra una nenia funesta e le urla malate. “Overfuck” porta dentro il surf, è la più ‘classicamente’ rock, uno dei pochi scampoli di acidità 60s. Parenti stretti di Cramps e Gun Club, giocano tutto il tempo con questo thrilling di chiara matrice cinematografica, con gli spari dietro, gente morta a terra, sangue riverso. Non funziona sempre, nei brani dove tutto si fa più dilatato, nei quali prendono più tempo senza arrivare subito al punto, ecco lì il pezzo non rimane in testa, scorre ma non ti va nemmeno di alzare il volume e ballare. Come se sparassi a uno e quello invece di morire continuasse a rantolare. Ma è una parentesi che dura poco, il tempo di due canzoni.

Sul finale ribaltano nuovamente tutto, i pezzi si fanno anche più corti - due minuti e poco più - e mette fuori la testa anche il punk. Nuovamente lo scenario di inizio disco, ancora più caustico. Le migliori “Arramo Lincoln” e “My dog is a kamikaze”, assieme alla cover di “The Witch” dei Sonics, altro loro nume tutelare. In definitiva, "Black Blood Boom" riconferma gli (AllMyFriendzAre) DEAD come una delle migliori band di taglialegna blues del nostro paese. E l’energia del disco è solo metà di quella che hanno live. Questo è ancora un altro step, in attesa di un disco pienamente definitivo capace di farli diventare anche merce d'esportazione. Intanto, se vi capitano a tiro, non fateveli sfuggire. Ne avreste di che mangiarvi le mani.



TRIPPA SHAKE
Psycho punk’n’roll per gli amici di Reggio Calabria, questo secondo disco appena uscito, è difficile trovare delle bands per fare dei comparativi… immaginatevi i Cramps di Human Fly che suonano pezzi degli Hives e talvolta li infarciscono di dialetto calabrese, reggino per precisione… un mix micidiale di rock and roll marcio, rimesso in pentola e pompato a dovere di allucinogeni, per me una delle migliori band RNR in circolazione nella penisola, hanno una potenza impressionante, faccio fatica anche a nominare qualche brano, anzi lo faccio ma solo per la cronaca: Donnie B.Good per il pezzo spettacolare che è e soprattutto per il video… molto tarantiniano!

Chitarre ed atmosfere di altri tempi e lidi ma con un surplus energetico non indifferente. Bravi ragazzi, ascoltateli perché ne vale veramente la pena! 

LOUD NOTES
Un nome rubato ad una canzone deiTurbonegro. Una band (cioè, 5 figli illegittimi di Chuck Berry!) che trasporta rock'n'roll su e giù per lo stivale (partendo da Reggio, mica pizza e fichi!) da ormai 5 anni suonati. Una copertina da urlo che piscia punk'n'roll da ogni dove. Una promettente etichetta calabrese (la Overdrive Records) che grida al mondo "siamo stati sordi, ora vogliamo rumore". Non basta?

Gli (AllMyFrienzAre)Dead giungono al secondo album ufficiale (dopo Hellcomedel 2010) con il coltello fra i denti, la pistola in fondina, il plettro in taschino e un'idea fissa in testa: riportare il rock'n'roll alle origini, bagnarlo di surf e fango psych, sporcarlo di high-energy punk rock e attitudine garage e mandare candidamente tutto affanculo. Obiettivo centrato in pieno cazzu iu!

Le 11 traccie che compongono Black Blood Boom sono canzoni da tutto e subito che picchiano e scappano lasciandoti a ballare folli cavalcate garage-psych violentate daiMisfits e dai Dead Kennedys (l'opening track We Kill X) Crampsiane discese agli inferi in versione hard (Donnie B Good, della quale potete guardarvi il fantastico video pulp qua sotto) o interessanti sviolinate Dick Dale su atmosfere dark, che manco l'avessero scritta i Fuzztones (Funeral Blowjob). E va bene che i Sonics li coverizzano pure i sassi, ma 'sta versione di The Witch ha un sacco di cose da dire! Svettano su tutte Vagina Pectoris e My Dog Is A Kamikaze (ma chi cazzo glieli suggerisce i titoli delle canzoni a questi qui?): immaginatevi un classicone rockabilly versione hard-rock imbastardito da una voce iper-incazzata e da un sax impertinente e frivolo. E un rock'n'roll-blues anni 50 violentato da una band hardcore. Ci siamo? Siete pronti a ballare questa orgogliosa e lubrica danza infernale?

BLACK MILK MAGAZINE

Tutti gli amici dei Turbonegro sono morti. Quelli di Francesco Villari pure. Tranne quattro. Tarantiniani quanto basta per non diventare una statua di sabbia di Tito & Tarantula e figli di puttana quanto serve per trasformare la loro terra nel Messico della Repubblica Italiana, gli (Allmyfriendzare)Dead ribadiscono le buone impressioni dello scorso Hellcome con un disco dove affiorano le loro principali fonti di ispirazioni. Che sono il rockabilly marcio dei Meteors (“Donnie B. Good”), le chitarre surf di Duane Eddy e Dick Dale (“Funeral Blowjob”), certo garage psicotico e doorsiano di marca Fuzztones/Misteriosos (“The man in to the cave”), il rock ‘n roll impomatato dei Blasters (“Goodbye Clever”) e quello lercio dei primi QOTSA (“Arramo Lincoln”).
Basso slappato, chitarre twang e, quando serve, una sborrata di Farfisa, una sbuffata di sax o una imprecazione in dialetto calabrese, come quelle urlate su “We Kill X”. Perché dove non arriva la musica, arrivano le sberle. Gli amici di Francesco Villari sono morti, tranne quattro. I miei pure. Tutti.

IMPATTO SONORO

Alla Calabria mi lega un rapporto d’odio/amore difficile da descrivere a parole: lì ho molti affetti, i calabresi sono persone straordinarie, di una generosità quasi disumana, ma ogni volta che scendo da quelle parti bestemmio per il degrado in cui viene lasciata (parte di) quella meravigliosa terra.
La Calabria è lo specchio dell’Italia, piena di contraddizioni, affascinante e ostica, maledetta e dannatamente bella. Gli (Allmyfriendzare)Dead sono figli del loro luogo: “turbo rock’n’roll from Reggio City”, e non ci sarebbe davvero bisogno di aggiungere altro. Dopo l’esordio (sempre recensito su IS) di due anni fa (Hellcome) ecco l’atteso ritorno: Black Blood Boom è una mazzata sulle nostre palle rinsecchite e asfittiche, ancora più a fuoco rispetto al già ottimo debutto. Si parte dai classici del genere (i Sonics, di cui riprendono la celeberrima The Witch) per gettare tutto in un mefistofelico calderone dove il garage punk ed il surf delle vecchie glorie viene mescolato ed amalgamato con l’high energy r’n’r scandinavo (Turbonegro, Hellacopters) e con una furia che a tratti ricorda l’early hardcore della California uber alles. La foga e la precisione tecnica, unite appunto ad una versatilità che li rende capaci di passare con disinvoltura da un genere all’altro, sono tutte caratteristiche che fanno salire la band sul carro di quelli che hanno una marcia in più. Donnie B. Good, My Dog Is A Kamikaze, Arramo Lincoln sono i brani in cui energia e gusto melodico vengono espressi al meglio.
Ulteriore plauso all’idea di far uscire il nuovo lavoro in vinile con cd allegato più link per il download, il tutto alla modica cifra di 10 euro. Inutile ribadire che se vi piace il r’n’r genuino questo è un gruppo da supportare.

PUNK4FREE
Oggi non avremo di certo a che vedere con un gruppetto dal suono trito e ritrito, come affermava il buon Hombre_Resaika nella recensione del primo Ep di questi ragazzi di Reggio Calabria. Niente affatto!
Reputo il gruppo in questione ottimo gia’ dal punto di vista del genere ostico che i ragazzi si impegnano a propinare al pubblico delirante, ovvero un misto di blues e surf rock intriso di una carica rock’n'roll fuori dal comune, di matrice prettamente garage.
L’intro “We Kill X” e’ un pezzaccio che rivela un introduzione psicho con la chitarra texana da baraccio della zona, che pero’ irrompe dopo soli trentasei secondi con un garage/surf ondeggiante e dal suono rotondo, inquietante nel refrain e satanasso nei versi. Pezzaccio da dieci e lode che, nonostante si ripete sempre, non riesci a non ascoltarlo almeno quattro volte ogni tot che lo mandi in play.
“Donnie B. Good” e’ un singolo gia’ uscito in precedenza, il quale (al di la’ del nome che richiama alla mente quel gran personaggio che fu Chuck Berry) sputa rock’n'roll da ogni singolo poro col suo basso in mega rilievo ed il suono lo-fi che ne deriva e che caratterizza tutto l’album.
Passero’ a parlare degli altri pezzacci di questo secondo full-length, anche se tutti a modo loro sono fantastici. “Funeral Blowjob” mi richiama moltissimo i nostrani The Wavers, combetto surf da Como, per via della chitarra leggermente lontana e malinconica, ma al contempo caparbia e sicura di se’. Da ascoltare di sicuro in quel locale dove i Blues Brothers rubarono la scena ad un gruppo country.
“The Witch” e’ venuta strabene, lo-fi al punto giusto e nel complesso leggermente piu’ veloce. La voce non e’ un’imitazione, ed i Sonics ringraziano. C’e’ del loro buono naturalmente. Un album caratteristico, ricco di divergenze blues contaminate dal punk e dal surf, generi che legano tra loro poco se non niente, ma che mischiati scatenano una malattia musicale degna figlia del rock’n'roll, la quale viene sprigionata in un garage adibito a bar-bettola. Sara’ questo il giusto spirito sesso, droga e rock’n'roll? Io credo di si! Non perdete tempo e supportate i ragazzi. Oi!



CLAP BAND MAGAZINE
Gli (AllMyFriendzAre)DEAD hanno scosso le mie ultime giornate marine (ed estive). Come una ventata di freschezza e di energia hanno catturato la mia attenzione con la verve e il rock’n’roll dal sapore cinquantino, condito da garage-punk, del loro nuovo disco. Un perfetto mix che fa muovere la gamba sotto la scrivania appresso a ritmi accattivanti di pezzi come “We Kill X”, “Donnie B. Good” o “Vagina Pectoris””.
Dal primo all’ultimo brano ci si cala nella sfrontatezza di questa band calabrese che a suon di live è riuscita a trovare la propria personalità, confluita sembra, tutta in questo nuovo album, il secondo per la precisione: “Black Blood Boom”.
Atmosfere tarantiniane e voglia di surf, un disco ben curato e ben suonato, vario nella sua ben evidente impronta. Divertente, scanzonato ma neanche tanto, gridato (forse troppo), con le undici tracce che creano un giusto equilibrio tra melodie più scatenate e altre (poche) più rilassanti.
Ognuno di voi troverà qualche influenza e qualche band che ha probabilmente fatto da punto di riferimento ai AMFAD; a me importa invece sottolineare come anche un disco di inediti dal sapore rockabilly, può far scatenare, riuscendo ad accontentare orecchie esperte e non, fan o meno del genere, senza bisogno di scimmiottare vecchie icone del rock’n’roll. Magari i più critici non troveranno nulla di nuovo in questa band e in questo disco, siamo però sicuramente di fronte ad un gruppo che non cerca facili scorciatoie per fare breccia nei cuori (o meglio dire nelle orecchie) di gente sempre più distratta e che confonde contenuti e sostanza con vuotezza e pochezza.

ACIDI VIOLA
“Tutti i miei amici sono morti, ma continuano a scuotere le loro ossa al suono dei nostri pezzi.” Potrebbe essere una buona presentazione per il nuovo lavoro degli (AllMyFriendzAre)DEAD, dal titolo Black Blood Boom, no? Undici episodi tra rock’n’roll, surf, cinema pulp e spy-stories. Undici episodi con sempre qualcosa di nuovo, a rendere i pezzi uno diverso dall’altro.
Già dal primo secondo di We kill X capisci quali sono le direzioni intraprese dal gruppo: rock’n’roll dal sapore garage, occhialini da surf, gli abiti de Le Iene di Tarantino. Donnie B. Good, si sposta su binari psychobilly, sempre conservando lo spirito pulp e le sonorità surf. Chitarre tremolanti, un pò come Dick Brave, un pò come (di nuovo) Tarantino che, in spiaggia, sorseggia una birra e butta giù una sceneggiatura.
Overfuck è un pezzo beat appesantito da belle distorsioni, quasi hard-rock, direi: distorsioni e divertimento. Sembrano gli Hellacopters ma se li ascolti attentanmente diresti più una sorta di Dirtbombs con una formazione standard. Un richiamo al sound di Detroit, esatto.
Il “vento” iniziale di the man into the cave sembra quasi spazzar via le sonorità garage sentite in precedenza, e porta il disco su sonorità da colonna sonora di una spy-story, senza comunque abbandonare mai dei bei momenti distorti. E la stanza si riempie di fumo e di gente che balla, in abiti sixties. Mentre vagina pectoris riporta in ballo (rimaniamo in tema, va) lo psychobilly sentito nei pezzi precedenti, anche se le chitarre un pò abbandonano le incursioni punk. Sembra quasi una sorta di pulp’n’roll, ma è una definizione a cui – molti di voi – non troveranno nemmeno un senso. È comunque un bel momento, veloce e dannatamente rock’n’roll. Sporco, grezzo, un invito a sbattervi di qua e di là.
In goodbye cleaver ritornano le sonorità surf di inizio album, e tutti gli strumenti pestano tutti insieme: ritorna il rock’n’roll, gli atteggiamenti punk, l’essere sporchi e graffianti. Ci si ferma a metà pezzo, bruscamente e all’improvviso. Si riscivola in locali tra alcol e fumo, ma solo per un momento.
Funeral blowjob è in purissimo stile surf, che ricorda un pò gli Ava Kant, per non arrivare fino al maestro del genere Dick Dale. È così tanto surf che se ti concentri un pò senti il sapore del sale e il vento che ti scompiglia i capelli. E così anche Arramo Lincoln che, al surf di prima, mischia schitarrate punk e coretti 60s: sembra quasi un esaurimento degli Eagles of Death Metal, sempre tenendo il piglio tipico del quintetto calabrese (che continuerà ad essere presente anche nella cover di the witch, dei Sonics, che verrà di lì a poco). Un tocco sporco e contagioso, grezzo e che manda a quel paese la pronuncia perfetta nel cantato: my dog is a kamikaze e piggy popper, gli ultimi due pezzi, sono piccole scariche rock’n’roll che portano nel cuore tutto il garage arrivato a noi dai tempi passati.
Un album che va molto d’accordo con l’estate ma che, allo stesso modo, può portare temperature da spiaggia caraibica anche in pieno inverno. Il surf è così, si sa, soprattutto quando è fatto bene.

SHIVER WEBZINE
(AllMyFriendzAre)Dead è un progetto di rock’n’roll sparato e sporcaccione dalle chiare influenze western che arriva direttamente dalla calda Calabria. Il lavoro di cui scrivo è il secondo album e quarto lavoro in studio della band, Black Blood Boom. Questi calabresi mi sono subito sembrati i Guano Padano suonati dagli Hell Demonio (o dai Turbonegro) o, in altre parole, mi hanno ricordato quei pazzi dei Gallon Drunk, ma dal piglio più noisy: musica, potremmo dire, dal sapore antico suonata a rotta di collo!  Fantastico!
L’approccio alla musica è muscolare, diretto e molto deciso. I suoni sono vicini al garage rock (la cover dei Sonics, “The Witch” chiarisce la passione per il garage della band), ma le linee vocali alle volte si avvicinano all’urlato sgolato di certi gruppi hardcore. Intense le parti strumentali e magnifica la cavalcata elettrica, “Funeral Blowjob”. I testi sono ironici ed espliciti: divertente l’intermezzo in dialetto nel primo pezzo, “We Kill X”. Musica pulp per gente amante del rock’n’roll ecco cosa propone questa band! Da vedere assolutamente il video del pezzo “Donnie B. Good”!
C’è poc’altro da aggiungere ad un lavoro ben fatto, ben suonato e soprattutto coinvolgente. Quando si pensa di averle sentite quasi tutte è bello scoprire un gruppo bello lanciato che ti fa ricordare che il rock’n’roll è ancora vivissimo!

IN YOUR EYES ‘ZINE
I calabresi (Allmyfriendzare) Dead (Frantz, Melted-Man, Succo, Gicass, El Pez) ritornano, a due anni di distanza dal fulminante album d’esordio Hellcome, con l’altrettanto succulento e maturo Black Blood Boom. Undici nuovi pezzi di rovente garage/surf rock.
La caldissima We Kill X, lasciandosi accompagnare dall’altrettanto scottante Donni B. Good (ritmo incalzante, chitarre bollenti e atmosfere sudate) apre il disco infuocando gli animi, mentre Overfuck, assumendo toni leggermente più ruvidi e graffianti (voce più urlata, melodia più singhiozzante), lascia spazio alle più raffinate e cinematografiche The Man Into The Cave e Vagina Pectoris (come sentir suonare dei Calibro 35 più caciaroni e viscerali). Goodbye Cleaver, portandoci via con il suo inarrestabile ritmo, ci lascia nelle mani della torrida strumentale Funeral Blowjob (a dettar legge sono i chitarroni surf e la fitta sezione ritmica) e dell’incalzante ed energica Arramo Lincoln. Infine, The Witch (riuscita cover dei Sonics), introduce l’affilata My Dog Is A Kamikaze e la conclusiva ed esplosiva Piggy Popper. Con Black Blood Boom i calabresi (Allmyfriendzare) Dead mettono a segno un gradito ritorno. Il suono si fa più maturo e ponderato mentre l’energia continua a sfrigolare vivace e le melodie si mantengono accattivanti. Un disco rovente, perfetto per l’estate, ma valido per qualsiasi stagione.


ONDA ALTERNATIVA
Secondo full length per questo interessantissimo combo dalla Calabria, composto da Frantz (Voce), Succo (Batteria), MeltedMan (Basso), Gicass (chitarra) ed El Pez (Chitarra): rock, rockabilly, horror rock, 50s, garage e attitudine da folli Frankenstein è ciò che salta fuori da questo interessantissimo platter, che si apre con un 1-2 veramente interessante (spettacolare “Donnie B. Good”, con quel suono che sa di antico ma sempre dannatamente moderno), prosegue con un 50′s moderno come “Overfuck” e non perde un colpo per nessuna delle 11 tracce, fatte per saltare, scorrazzare in moto e fare i cannibali come nella più classica iconografia di questo mix di generi.
Suono più criptico in “The man into the cave”, dove si rallenta e compaiono anche un Farfisa e un flauto.
“Vagina pectoris” è più dannatamente rock ‘n’ roll di tantissime cose ascoltate negli ultimi 10 anni e ci porta in un mondo in cui Elvis in acido dialoga con Danko Jones in “Goodbye cleaver”; c’è anche il tempo per un ottimo strumentale come “Funeral blowjob”, di una “Arramo Lincoln” che mi ha ricordato molto il piglio scandinavo di bands quali gli Hellacopters e i Gluecifer nell’affrontare la materia incandescente che maneggiano anche gli (Allmyfriendzare)Dead.
Arriva la cover di “The witch” dei Sonics, schizzata e sentita, come solo chi è un devoto del Verbo Rock può suonare, prima della sudatissima e tirata “My dog is a kamikaze” e della conclusiva, in bilico fra surf, rock e urla varie “Piggy popper”.
Che dire? Un ottimo disco (perché esce anche in vinile= messo a segno da questa banda di folli e dalla Overdrive Records, che fa ben sperare per le sorti di questo sempiterno genere anche in Italia.


CALABRIA SOUNDS ROCK
Undici, come l’undicesimo canto della Divina Commedia in cui si racconta l’inferno. Undici tracce per la nuova fatica degli (AllMyFriendzAre)DEAD, sotto la supervisione di Overdrive Rec. Black Blood Boom è il nuovo anatema lanciato dai cinque reggini che surfano ancora una volta sulle note del rock corrosivo degli anni della musica del diavolo e ci riportano su quelle strade già percorse con il primo disco ufficiale, Hellcome, tra l’inglese e il reggino (questa volta quasi del tutto abbandonato rispetto ad Hellcome), i Cramps e Reggio City a “mano armata”. Anche se più puliti rispetto ad Hellcome, riescono comunque a mantenere quell’alone di “oscurità” che trapela dai loro suoni, dalla struttura dei brani e dal cantato, che dimostra sempre una certa potenza sonora.
Le undici tracce scorrono molto velocemente e il disco diventa la colonna sonora del momento; le atmosfere pulp riecheggiano le figure di gangsters in giacca e cravatta, il rock n’roll prima maniera di Elvis che fa muovere i culi in pieno spirito anni ’50, le pin up, le cadillac e le feste sulla spiaggia. Un disco tutto da ballare che esplode negli ultimi pezzi, più corti, ancora più rock, ancora più surf n’roll, più demoniaci e acidi. Con gli (AllMyFriendzAre)DEAD non si parla di originalità e non credo sia quello il loro intento, ma un disco di qualità non deve sempre darti quel qualcosa di nuovo, mai ascoltato, ma può riproporti cose “già sentite” in una chiave diversa, aggiungendo qualche sfumatura e portandoci dentro le proprie culture musicali, assorbite, rielaborate e sputate fuori con attitudine.

NERDS ATTACK
Due anni dopo ‘Hellcome’ è con estremo gaudio recensore che accolgo nel mio personale inferno casalingo il secondo lavoro dei reggini. Una conferma da circoletto rosso-senza prigionieri-senza compromessi-senza trucchi e senza inganni del cazzo (del resto sarebbe strano registrare il contrario da chi in meno di cinque anni ha già arroventato per oltre cento volte i palchi del nostro benemerito stivaletto).

Dalla radice “scan” dei Turbonegro (peraltro appena tornati con il nuovo ‘Sexual Harassment’ dopo un quinquennio di nulla) a quella shockbillyseminale dei giganti Cramps, passando per tutto ciò che il blues ha saputo mefistofelicamente mietere nelle ere seguenti alla ruralità e alla creazione del rock’n’roll. Gli (AllMyFriendzAre)DEAD suonano sporchi, ruvidi, maledetti, licantropi del garage, con quella voce mangiafuoco che ricorda davvero molto da vicino il colpevolmente dimenticato e sottovalutato Mojo Nixon. Un disco a basso profilo [voluto] ma proprio per questo da sparare ad alto voltaggio in una di queste giornate di prima(estate)vera. Deraglianti scorribande che in Italia trovano sinceramente pochi eguali e/o epigoni e/o seguaci e/o colleghi. A tutti quelli che fanno blues di maniera, cioè il blues che ha rovinato il blues, prendere nota + zitti e mosca. [****]

ANDERGRAUND.IT
Ci siamo, l’attesa sta per finire. Per la gioia di tutti gli amanti degli (AllMyFriendzAre)DEAD è infatti in arrivo “Black Blood Boom”, il secondo album di inediti della rock band made in Reggio Calabria.
Se con “Hellcome”, il loro biglietto da visita, si erano fatti conoscere sia in Italia che all’estero e avevano ottenuto ottime recensioni da parte delle webzine e della stampa specializzata, intorno a questo nuovo capitolo, “Black Blood Boom” l’attesa e le aspettative sono sicuramente altissime e bissare il successo ottenuto col primo disco non è sicuramente cosa semplice, ma le carte in regola per riuscirci ci sono tutte.
Personalmente ritengo che una cosa molto importante per una rock band sia sicuramente quella di crearsi una cifra stilistica, un marchio di fabbrica, uno stile originale e inconfondibile che ti faccia dire con certezza ‘Questi sono gli (AllMyFriendzAre)DEAD!’ solo dopo aver ascoltato pochi secondi di un pezzo. Non è una cosa scontata o un obiettivo semplice da raggiungere ed è una di quelle cose che contraddistingue maggiormente le Rock Band con la R maiuscola da tutto il resto. Ed in questo i ragazzi ci sono alla grande. Pur non avendo inventato un genere nuovo, e non proponendo nulla di estremamente innovativo dal punto di vista stilistico, gli (AllMyFriendzAre)DEAD sono riusciti ad assorbire il meglio da tutto ciò che hanno ascoltato nel corso degli anni e sono riusciti a creare un mix di stili e di generi che calibrati alla perfezione, come loro sanno fare, funzionano davvero bene, e rendono la loro musica piacevole, originale ed estremamente riconoscibile. E quindi chi aveva apprezzato “Hellcome” sicuramente amerà anche questo nuovo lavoro della band: le atmosfere e gli ingredienti sono sempre gli stessi.

Sicuramente “Hellcome” (come ci ha raccontato il gruppo stesso in una recente intervista ad andergraund) era un disco “puro istinto e alcol”, mentre “Black Blood Boom” è un album più pensato e ragionato, che racchiude tutta l’esperienza maturata in questi anni e la conoscenza reciproca dei membri della band che nel frattempo si è rafforzata e consolidata. Ma una cosa è rimasta costante nella produzione del gruppo: la capacità di racchiudere all’interno dei loro dischi l’energia che caratterizza e contraddistingue il momento del concerto: i pezzi arrivano in maniera diretta e incisiva, e questo è sicuramente un altro punto a favore di “Black Blood Boom”, testimonianza di quanto il palco sia il loro habitat naturale.
E difatti proprio come una serata dal vivo “Black Blood Boom” scivola via liscio come l’olio. Traccia dopo traccia gli undici pezzi contenuti nel disco si susseguono con un piacere e una naturalezza incredibili.
Undici pezzi ben scritti, ben suonati e ben arrangiati in cui Rock’n’Roll, Surf e Garage, ma anche Blues, Rockabilly, Metal e Punk si uniscono in maniera naturale e intelligente dando vita a qualcosa di assolutamente fresco e originale. Tutti i pezzi sono intermente scritti dal gruppo tranne “The Witch”, che un omaggio ad una delle band che sicuramente hanno influenzato maggiormente la musica degli (AllMyFriendzAre)DEAD, ovvero i Sonics.
Insomma, un ottimo lavoro che sarebbe veramente un gran peccato lascirsi sfuggire, consigliatissimo a tutti gli amanti dei suoni e delle atmosfere vintage anni ’50, ma adatto anche a tutti gli amanti della buona musica indie alternative che sicuramente troveranno negli (AllMyFriendzAre)DEAD un gruppo originale e interessante da seguire anche negli anni a venire.

THE NEW NOISE

Li avevamo già incontrati al tempo del precedente lavoro e avevano saputo catturare l’attenzione, logico pertanto aspettarsi un come-back che ne confermasse le potenzialità, un disco in grado di mantenere le promesse e magari aggiungere qualcosa a quanto già detto da questa formazione che sta a cavallo tra più stili (e non nasconde un amore viscerale per il rock’n’roll più caustico virato billy). Di fatto, gli (All My Friendz Are) Dead restano saldamente aggrappati alle loro radici, quindi massicce dosi di surf, beat, garage, Fifties, punk, psycho a screziare la scrittura multiforme e poliedrica di una band che proprio non ne vuole sapere di omologarsi o mettere la testa a posto.

A volte l’ascoltatore rischia persino di perdersi nei meandri sonici di Black Blood Boom, ma è ripagato da un giro di giostra che non delude le aspettative, anche perché alla fine si riesce sempre a trovare il bandolo della matassa, merito di una scrittura personale e ben oliata. Nessuna spinta futurista, sia chiaro, ma neanche una bieca operazione nostalgia votata al plagio, dato che alla fine gli undici brani scorrazzano in lungo e largo per la storia del rock’n’roll e non rifuggono un sano imbastardimento del tessuto sonoro. È proprio la capacità di innestare senza soluzione di continuità i vari ingredienti, piuttosto che spartirli tra le varie tracce, la cifra stilistica di un album che al contempo sa essere ruffiano quel che basta per lasciarsi apprezzare anche da chi solitamente rifugge certi lidi. Il limite si palesa, piuttosto, quando si preferisce giocare sul sicuro e si seguono più fedelmente gli standard classici, perché si perde un po’ in freschezza, ma ciò non toglie nulla al divertimento che comunque gli (All My Friendz Are) Dead profondono a piene mani per tutta la durata del disco. Si prenda con le molle, ma si potrebbe parlare di un’attitudine crossover in salsa rock’n’roll senza essere troppo distanti dalla verità.

DEBASER
Tre B per ripartire, anche senza benzina, perché il carburante è come sempre lo stolido rock’n’roll che continua a mietere vittime anche nelle terre del Sole bruciato, dunque “Black Blood Boom” per gli (AllMyFriendzAre)DEAD che incidono il secondo album dopo un mucchio di concerti in cui hanno oliato gli ingranaggi e messo a punto il nuovo bolide.
Questo album non è una prevedibile replica del precedente bensì un viaggio in 11 tappe nell’immaginario del gruppo, tra episodi surfeggianti (We Kill X, Donnie B Good), languidi palpeggiamenti in corsia d’emergenza (The Man Into The Cave, uno dei brani in cui si affaccia anche un fantastico organo Farfisa), incrostazioni r’n’r sui carboni ardenti (Vagina Pectoris), omaggi ai padri putativi da parte dei gran figli di puttana (la cover di The Witch dei Sonics). Non manca nulla per essere definito come secondo album “adulto” di una band in crescita che sta allargando il raggio delle influenze (lo strumentale Funeral Blowjob starebbe bene in un action movie o in una storia d’amore e di coltelli), capace di sferrare qualche ottimo gancio prima di chiudere (la battagliera Piggy Popper ma anche Arramo Lincoln, che ricorda i Queens of the Stone Age quando sapevano scrivere belle canzoni).
Restano i giochi di parole dei titoli, la cocciutaggine nel predicare il verbo del rock come parola immortale e ricordarsi di essere carne e sangue, ossia peccatori. Vade retro qualunque messia con la verità in tasca, perché questa musica si può suonare ovunque, in California come in Calabria, e il quintetto degli amici morti lo sa.

NEWS H24
Il gruppo calabrese AllMyFriendzAre Dead pubblica il suo secondo disco. Ironico, divertente ed un po’….pericoloso: “Black Blood Boom”.
“Sono Mister Wolf, risolvo problemi“. Ma stavolta l’impresa potrebbe essere impossibile anche per lui: provare a capire cosa passa nella testa disturbata degli (AllMyFriendzAre)Dead. La premessa è un disco, il loro ultimo: Black Blood Boom. Per farla semplice basterebbe dire che si tratta di rock, puro e semplice. Ma non basta. Immaginate Tarantino su una decappottabile (un’Alfa spider), non sulle highways statunitensi ma su una statale calabrese. Strade assolate, odore di fichi e copertoni bruciati, sul margine della strada niente Uma Thurman magari una vecchia battona. Niente drink, birraccia gelata. Ascolti il disco e senti caldo ma non puoi fare a meno di sbatterti ed urlare “Goodbye Cleaver”. Le chitarre sono affilate ed ignoranti al punto giusto, basso e batteria ti prendono allo stomaco, una voce anni ’50 conservata sotto whisky di quarto d’ordine e sigarette.
Gli (AllMyFriendzAre)DEAD affondano a piene mani nel surf, nel rockabilly e nello psychobilly ma c’è anche tanto altro, citazioni di passato, presente e pure del “congiuntivo” della musica. I testi sono incazzati ed ironici, ma soprattutto aleggia una vena di imbattibile “cazzimma“. Cantano, raccontano e suonano ed in fondo si e ti prendono per il culo. Sono tarantiniani, ma ti vengono in mente anche i fratelli Cohen. E Black Blood Boom non è un disco per vecchi. Be careful.



ROCK GARAGE
Dopo due anni di intenso lavoro sia live che in studio gli (AllMyFriendzAre)DEAD sono tornati con una nuova fatica. Hellcome aveva caratterizzato il loro 2010 (recensito da noi al seguente link), il primo vero esordio discografico della band se non consideriamo i due precedenti EP; oggi il quintetto affascinato dal rock’n’roll più sudicio dimostra di essere pronto a lanciare una nuova sfida meno unidirezionale. 37 i minuti, contro i 27 minuti del precedente lavoro a parità di numero di tracce, gli (AllMyFriendzAre)DEAD seguono con coerenza i binari del loro passato, puntando sempre sulla ruvidità dei suoni che spesso è insaporita da alcuni inserimenti solisti apprezzabili.

Non è solo questione di numeri perchè le differenze sono profonde: il bilanciamento dei contributi ad ogni singola traccia si sviluppa con chitarra e basso profondamente fedeli alla tradizione rock’n’roll e la seconda sei corde cerca l’elemento fuori dal coro, rendendo più originale il sound e prendendo, maggiormente rispetto al passato, le distante con band più intransigenti (dal punto di vista musicale).
C’è qualche passaggio più particolare come Donnie B. Good (da cui è stato estratto anche un videoclip davvero pulp) o The Man Into The Cave che con la sua tastiera/organetto in stile Smash Mouth e i suoi ritmi affievoliti spiazza; non a caso si riconosce in generale un percorso evolutivo in cui il quintetto si è imbarcato, un’evoluzione sonora che punta al rock a tutto tondo e tenta di inserire partiture più sofisticate che conferirebbero sicuramente un piacere maggiore se fossero adeguatamente valorizzate da una più luccicante produzione. Stesso discorso per Goodbye Cleaver con il suo intermezzo quasi swing avvolto in un alone rigorosamente rock’n’roll ad inizio e fine brano, o per Funeral Blowjob che innesca tre minuti strumentali dal sapore ‘suddista’ trasversali in quanto a genere di appartenenza.

A noi sicuramente piacciono i passaggi più ritmati come in Vagina Pectors con addirittua un sax che entra in gioco, o il pezzo dal titolo deciso Overfuck che con decisione irrompe in scenari rock. In definitiva l’impressione che riscontriamo dall’ascolto di Black Blood Bloom è che le tracce, progettate per una migliore resa dal vivo, avrebbero necessità di un maggior mordente in sala di registrazione e che le divagazioni sono davvero tante, segno di una maggiore creatività di cui la band è dotata ma anche di una maturazione che arriverà nel prossimo futuro.
Per chi etichetta il rock’n’roll come un approccio musicale tipicamente americano potrebbe ricredersi ascoltando questi cinque infuocati calabresi. Noi aspettiamo di scoprire dove la loro evoluzione musicale li porterà.



SHOOT ME AGAIN
L’Italie possède une scène Surf et Rock’n'Roll plutôt prolifique mais souvent mésestimée. FranTz, SuperAcidJuice, MeltedMan, Gicass et El Pez qui composent (ALLMYFRIENDZARE)DEAD sont tous issus d’anciennes formations telles que STRADEDARIA, ACID JUICE ou encore MEMORIES OF A LOST SOUL par exemple. Plutôt inconnues par chez nous, elles ont écumé pourtant la botte méditerranéenne.
Le premier méfait discographique officiel de (ALLMYFRIENDZARE)DEAD remonte à 2009. Il s’agissait d’un EP. Il fut suivi par un premier album l’année suivante (Hellcome). Le groupe fait un peu la jonction entre les différentes tendances du Rock’n'Roll, avec des petits côtés rétro, Garage, Fuzz, Psyché et Surf. Dès lors, parmi les influences ressenties, on peut pointer du doigt les SONICS, TURBONEGRO, THE RAMONES voire ZEKE mais aussi THE FUZZTONES avec qui ils ont déjà partagé la scène.
Avec tant de variété dans ses inspirations, Black Blood Boom peut donner l’impression d’être un peu disparate. Et c’est un reproche que l’on peut souvent faire aux Italiens. Il n’est en effet pas rare d’entendre les groupes latins pratiquer le grand écart et se permettre nombreux écarts et libertés dans leur registre.
C’est avec ses compositions plutôt Surf ou ses titres Garage musclés que (ALLMYFRIENDZARE)DEAD est le plus convainquant. Ce sont ce genre de trucs qui permettent à ces Italiens de tirer l’épingle du jeu et de marquer des points. Les autres écarts, si ils ne sont pas mauvais, ne sont pas aussi emballants.
Sur les compositions Surf justement, il est inventif et (ALLMYFRIENDZARE)DEAD parvient outre à attirer l’attention, à aussi faire preuve d’originalité pour créer un jeu assez personnel (Funeral Blowjob, We Kill X, Donnie B Good).
Et lorsque (ALLMYFRIENDZARE)DEAD durcit le ton, il n’oublie pas le petit grain de mélodie pour rehausser l’écriture et charmer avec des airs de bad boys, les demoiselles.
Il reste donc peu à jeter de cet album. (ALLMYFRIENDZARE)DEAD a bien compris dans quels registres, il devait se concentrer. Si il se permet de petites digressions musicales au milieu de l’album, dispensables, c’est pour mieux revenir avec des titres soit Surf soit balancés là où c’est nécessaire. On pourrait faire rencontrer (ALLMYFRIENDZARE)DEAD avec nos belgo-italiens locaux de ROMANO NERVOSO, l’affiche serait susceptible d’enflammer les planches.







 

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